Adolescenza genitori e problemi: cosa accade nella mente di tuo figlio
Adolescenza genitori e problemi. Essere adolescenti o avere figli in questa fascia di età reca sempre, in tutte le famiglie, molti dubbi.
Sorridendo, posso scrivere che durante le mie consulenze, spesso sarebbe utile avere una bacchetta magica, o una dote innaturale, per leggere il futuro, per dare risposte certe, perfette, ad ogni richiesta genitoriale o adolescenziale… ma purtroppo la psicologia non aiuta in questo, perché non fa questo.
Può essere, invece, d’aiuto quando parliamo di adolescenza, crescita, rapporti. Psicologia e adolescenza, infatti, spesso vanno di pari passo in quanto per essere bravi genitori, o evitare i tipici errori, è utile comprendere cosa accade nei propri figli a livello psicologico.
Adolescenza genitori e problemi: cosa accade nell’adolescenza
Adolescenza è sinonimo di identità.
In questa fase prende piede il grande interesse di ogni ragazzo/a per le questioni di identità, perciò non siate sorpresi se vostro figlio è concentrato solamente su di sé. Mi spiego meglio; questo è il momento in cui la persona che sta crescendo si allontana dal nido, utilizza le amicizie e i rapporti extra familiari come specchi, per scoprire chi è al di fuori del contesto di casa.
Il suo interesse per la famiglia si indebolisce e, sempre più, al centro della sua vita emergeranno i rapporti con i coetanei. Anche questo rapporto, ovviamente, è modo per concentrarsi su di sé, attraverso il confronto, le esperienze, i paragoni.
Adolescenza genitori e problemi: cosa deve sapere assolutamente un genitore
Gli adolescenti, secondo Gottman, sono in viaggio per scoprire se stessi e mutano continuamente direzione, spostandosi ora da una parte, ora dall’altra, alla ricerca della loro vera via.
Sperimentano nuove identità, nuove realtà, aspetti del proprio Io, e questa esplorazione è salutare. Per cui la loro “psicologia” muta.
Ovviamente la società mette alla prova ed espone a enormi rischi, la strada non è sempre agevole, ma ogni genitore deve comprendere che questo è un momento naturale e inevitabile dello sviluppo umano.
Questa è la fase in cui si comprende che il mondo circostante non è bianco o nero, ma fatto di molteplici sfumature e, piaccia o no, tutte quelle sfumature possono essere racchiuse nel nostro stesso animo.
Se, durante l’adolescenza è difficile trovare la propria strada, lo è altrettanto essere un genitore e comprendere, oltre che gestire, le cose che accadono nella persona che amiamo più della nostra stessa vita, ovvero nostro figlio.
M. Riera, noto consulente familiare, scriveva che un genitore, fino al momento in cui un figlio entra nella fase adolescenziale, è un manager, in quanto si trova ad organizzare per il proprio figlio le visite mediche, il doposcuola, le attività con i compagni, il fine settimana, aiutandolo nei compiti, rispondendo alle sue domande, vestendolo e dando coccole quando ne ha bisogno… ma di colpo tutto scompare e nulla di questo è più valido.
E voi, venite licenziati di punto in bianco dal vostro ruolo!
Ascoltate bene, perché questo è il momento di cambiare strategia. Se volete influire ancora, nella vita di vostro figlio, da manager dovete diventare un consulente.
Adolescenza genitori e problemi: 3 segreti da sapere
Impara dalle tue ferite. Ora quindi, cosa fare?
Quali sono gli errori da evitare? Come assolvere nel migliore dei modi al compito di consigliere? Ecco 3 cose fondamentali da conoscere e mettere in atto con vostro figlio:
- accetta l’idea che tuo figlio si sta separando da te: devi comprendere come il suo è un bisogno di intimità personale e rubare questo spazio, indurrà tuo figlio a pensare che non hai fiducia in lui. Non diventare un nemico, ma un alleato, rispettando non solo la sua intimità, ma anche i momenti di inquietudine, di irrequietezza. Pertanto, non giudicare questi stati, ma cerca di ascoltare le sue motivazioni, con mente aperta e senza giudizio.
- dimostra rispetto: come ti sentiresti se il tuo miglior amico ti correggesse continuamente? come ti sentiresti se il tuo miglior amico ti rimproverasse ogni giorno per le tue mancanze? come ti sentiresti se il tuo miglior amico ti facesse lunghe prediche? come ti sentiresti se il tuo miglior amico etc… sicuramente ti allontaneresti, eviteresti un legame intimo e nascerebbe in te l’idea che non ti rispetta.
- nei conflitti non etichettarlo: quando avviene una lite o state vivendo un momento di stress, non etichettare tuo figlio per le sue mancanze. Mi spiego meglio, non dirgli sei pigro, sei un buono a nulla, guarda che trasandato, ma cerca di parlare delle azioni che compie e non sono adeguate, senza utilizzare etichette. Parla, quindi, dell’azione specifica che ti ha suscitato una certa emozione negativa, spiegando perché quello che ha fatto, ti ha colpito. Un esempio? “Quando esci per uscire, senza preparare la tavola, me la prendo, perché poi al mio ritorno dal lavoro devo fare anche il tuo lavoro”.
Dott.ssa Ave Giada Psicologa