Abbandono: la ferita dell’abbandono è connessa alla paura

Cosa significa abbandono? Abbandonare significa lasciare qualcuno, non volere occuparsene. Spesso confondiamo rifiuto e abbandono: nel primo caso la ferita sarà più vicina all’”essere”, nel secondo, il piano sarà dell’avere e del fare. Ti faccio un esempio: pensa ad una coppia, uno dei due partner decide di respingere l’altro, decidendo di non averlo al suo fianco. Questo è un rifiuto. Nel caso in cui lo abbandonasse, invece, se ne va, lo lascia temporaneamente o definitivamente.

Molto spesso però, chi soffre della ferita dell’abbandono, soffre anche per il rifiuto, a causa della non sufficiente nutrizione dal punto di vista affettivo. Secondo la psicologia, lo stato dell’abbandono porta la mente ed il cuore a eludere l’indipendenza a favore del bisogno di essere sostenuto da qualcuno. Chi vive un abbandono, spesso, indossa poi la maschera del dipendente.

 

Caratteristiche dell’abbandono

Alcune caratteristiche della persona che vive un abbandono e diviene dipendente:

  • è propenso a divenire vittima, ovvero crea, nella propria vita, problemi di salute per attirare l’attenzione, in quanto la sua credenza è di non ricevere sufficiente considerazione
  • drammatizza molto, tanto che un incidente minimo assume dimensioni enormi. Se pur questi eventi per la persona non vengono vissuti quali problemi, perché i problemi hanno in serbo il regalo dell’attenzione degli altri incentrata su di lui. Questo comportamento fa sì che non si sente abbandonato, cosa che sarebbe più dolorosa dei vari guai che si attira così.
  • vive alti e bassi, vivendo per un certo tempo felice ma all’improvviso si sente triste.
  • ha paura della solitudine
  • è insistente e spesso utilizza mezzi quali il broncio, il ricatto o la manipolazione per eludere i “no”, per ottenere ciò che vuole
  • nella coppia, la persona ha una capacità straordinaria quando si tratta di non vedere i problemi di coppia. Questo perché teme di venire abbandonata e preferisce credere vada tutto bene. Ha difficoltà a lasciare, in quanto per lui la parola è sinonimo di dolore come quello provato con l’abbandono.
  • l’emozione più intensa è la tristezza
  • nella vita sessuale usa il sesso per agganciare l’altra persona, soprattutto nel caso femminile. Quando una persona dipendente si sente desiderata, crede di essere maggiormente importante.
  • ha l’abitudine ad aggrapparsi fisicamente alla persona amata. Da piccola la bimba si aggrappa al padre, e il bimbo alla mamma. Nella coppia, il dipendente si appoggia all’altro, o lo tocca molto molto spesso. Quando sta in piedi cerca un appoggio come un muro, una porta. La persona che vive un abbandono e usa la maschera del dipendete ha difficoltà a stare dritto, la schiena è incline ad incurvarsi in avanti.

Guarire la ferita dell’abbandono

Per guarire la ferita dell’abbandono è essenziale riconoscerla e accettarla, così metti in atto la guarigione. Non serve esser d’accordo con il fatto che sia presente, ma serve guardarla, osservarla, sapere di avere qualcosa da risolvere e questo fa parte della nostra esperienza. Fermati e comprendi cosa provi davanti l’esperienza di abbandono che stai vivendo. Non devi autoingannare la tua mente. Affronta la paura e non far sì che il tuo ego guidi la tua vita. L’ego fa tutto il possibile per non farci vivere le nostre ferite, in quanto è convinto che, se le tocchiamo con mano, non saremo in grado di gestire il dolore che ne deriverà. ma questo è assolutamente falso! Più aspetti, temporeggi, maggiormente la soluzione della tua ferita si allontanerà, più la complicherai, aggravandoti.

 

Cosa non devi dimenticare

Ricorda: quando divieni dipendente, dopo un abbandono, i tuoi comportamenti sono spesso dettati dalla paura di rivivere la ferita dell’abbandono. Non è perché nascondiamo una ferita, l’abbandono, con dei mezzi fisici, che la ferita si risolve. Puoi nascondere un taglio in una mano in un guanto o dietro la schiena, ma non per questo la ferita guarisce. Non avere paura, riconoscila, amati e accetta la ferita che porti dentro.

 

Dr.ssa Giada Ave Psicologa Formatrice

 

 

 

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